sabato 7 maggio 2011

Se vuoi scrivere un libro, fermati ad aspettare un treno. Troverai un tripudio di sguardi, parole, urla, lacrime, sorrisi. Mani che si stringono e dita che si muovono nervose, zaini pieni di stanchezza e speranza, capelli perfetti e barba incolta, panini divorati dalla fame automatica e mozziconi di sigaretta, clochards felici di esserlo, birre amiche alle undici del mattino come all'una della notte, denti neri e piedi nudi, o fasciati in un paio di splendide hogan.
Se vuoi scrivere un libro, fermati ad aspettare un treno. Gli occhi più belli che tu possa avere sono quelli della enterwerter, sospesa a mezzo muro, gialla d'ittero, ad aspettare che un nuovo amico si fermi a scrivere il suo passaggio. Basta sedersi su una qualsiasi panchina, in qualsiasi momento del giorno o della notte e mille e più storie si srotolano e si scrivono da sé, lettera dopo lettera, attraverso un paio di occhi scuri o il passo svelto del pendolare stanco, attraverso la valigia del turista appena arrivato nella città eterna o nel sorriso spento del disgraziato. Gioie e dolori di esistenze, ognuna sconosciuta ai più. Nessuno scrittore potrebbe mai trovare parole più belle di quelle che una enterwerter sarebbe in grado di riscrivere passo passo dai racconti di tutti questi uomini, uomini e donne, che compongono il più bel mosaico della Vita. Ognuno sottolineerebbe le fasi più belle o più dolorose aggrottando le sopracciglia, spingendo il tono della voce, spostando i capelli con fare nervoso.
Se vuoi scrivere un libro, fermati ad aspettare un treno... Anche io avevo l'ambizione di scrivere un libro, pur avendo sempre riconosciuto a me stessa poca fantasia oltre che una discreta perizia nello scrivere. Ma di fronte a tanta bellezza, di fronte a un quadro così sfumato di colori, potrei prendere un qualsiasi corpo come spunto e cominciare a dipingere da lì, dal più piccolo dettaglio o dalla stranezza più eclatante. E, in tutto questo, credo di essere nata per il Mondo; per la sua parte più scomposta e disorientata, ermetica nei silenzi chiassosi, stanca e euforica, bipolare e fragile... e io ne sono parte integrante.

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