domenica 28 febbraio 2010

Diario di Bordo.

Credo di doverti delle scuse, cara mia piccola anima. Delle scuse per averti confuso con il mondo intorno, per aver cercato di distorcerti per sembrare più adeguata a un modello massivo che, comunque, non mi piace.
Mi sono messa in discussione come ho sempre fatto, c'ho provato, ma qualcosa è andato storto perché non ho saputo vedere il tuo piegarti sotto il peso di atteggiamenti che mai sono stati stati tuoi e mai potrebbero esserlo; per quanto ti trovi assolutamente, irrimediabilmente, poco comprensibile, ti adoro così come sei, anche se non ami fiori e cuoricini, se cammini con la punta della spada in avanti e se sei tosta, tosta e testarda. Stavano per convincermi che per dimostrare che ci sei bisognasse essere sdolcinata, capricciosa, poco paziente e bugiarda. E invece io, oggi, riconoscendoti, ti riconosco anche tutto quello che stavo per negarti: pazienza, sincerità, onestà e buona disposizione mischiate a una durezza che solo il calore riesce a sciogliere. Saranno pure più interessanti, le altre donne, saranno pure più capricciose e più desiderabili: che lo siano. Pur invidiandole non poco per il loro comportarsi così morbido, io sono affezionata a te, guerriero indomito, che a un passo dalla vittoria torni a sorridermi come lo stregatto e a parlarmi come il cappellaio matto.
Sei tu il mio paese delle meraviglie! e non ho intenzione alcuna di cambiare favola.