martedì 11 maggio 2010

A Chiara.

Tutto questo silenzio, tutto questo rumore intorno; e il sole sembra non bruciare come invece fa. ma poi ti guardo negli occhi e tutto mi sembra migliore. Non sei più un personaggio del mio mondo immaginario, non sei più un'ombra, quella specie di figura indefinita che era rimasta attaccata alle suole delle mie scarpe per una coincidenza fortunata. Sei un passo concreto, quello che io cercavo di scacciare per via del terrore dei vincoli... il tuo laccio non mi strozza, mi mette in condizione di ridere sempre, di sentirmi leggera e unica, anche quando qualche antropologo dalle scarpe orrende cerca di attaccare bottone vedendomi pensierosa. Solo tu conosci i miei pensieri più profondi e sono felice che sia così. Vederti piangere alla mia laurea è stata una delle cose più belle della mia vita, perché entrambe sappiamo cosa quel giorno abbia significato veramente. Avevo in mente un'altra puntata del nostro racconto ma poi mi sono detta: perché affidarmi alle parole di un personaggio figlio di un'idea? Non ti avrei reso giustizia, non come meriti. Ci ho messo quasi un mese, sai che i miei tempi sono un po' lunghi e, soprattutto, sempre pieni di miliardi di rivoluzioni effettive e apparenti; però oggi, finalmente, scrivo della mia fiducia incondizionata, cosa che cerco di dimostrarti ogni mercoledi e giovedì alle aulette blu ma che sento di dover mettere anche su un foglio, perché so che ti piace fare parte delle mie parole e forse anche perché sono qui a sentire canzoni su youtube e un po' mi manchi.. Come sarà non possiamo saperlo però se adesso mi cammini affianco non c'è più motivo di voltarci indietro, basterà allungare la mano di lato.
"Io sono una valigia e giro di stazione in stazione, in molti mi trasportano ma in pochi hanno la combinazione".