giovedì 10 giugno 2010

La Vie En Rose (Melanie Fiona Rosato Remix) - Melanie Fiona famoso spot ...


Ok, ok, questa cover è certamente un atto criminoso.
Siamo d'accordo... però... mi diverte.
Ci sarà pure un motivo se mio fratello sostiene che ogni tanto
lascio in libera uscita i miei gusti di... merda (si può dire? ah, non si può dire?
Chiedo scusa allora). Pardon.

martedì 8 giugno 2010

lunedì 7 giugno 2010

Concordo. Concordo con chi mi ha detto: "se vuoi davvero qualcosa va' e prendilo, anche se non sai dov'è nel momento in cui senti di dover andare a prenderlo, anche se non sai se è con qualcosa... o qualcuno... o se, semplicemente, è solo; anche se non sai come reagirà vedendoti arrivare. Vai e afferralo perché, se non lo fai, sarà rimpianto e un ricordo che diventa rimpianto non è un ricordo da tenere stretto."
E' una logica molto da film americano, c'è da ammetterlo, e presuppone che il caso sia dalla tua o, forse, presuppone semplicemente una goccia di ottimismo in un mare di "se". Di qualunque cosa si tratti, umana o materiale, non è mai sensato sprecare il tentativo, nonostante la paura di non farcela, di sentirsi inadeguati, nonostante i cali di zuccheri e la pressione ai minimi storici. E' una questione squisitamente probabilistica, matematica: C'è il 50 % di probabilità che vada e il restante half past che vada male. Comunque vada, va: prende una direzione e segna il cammino da fare per tornare all'ovile. Oh beh, concordare con una teoria simile è certamente una cosa romantica; reca più o meno lo stesso romanticismo di starsene seduti sulle scale del Vittoriano a guardare il miracolo di Roma ripetersi senza bisogno di spinte, di meccanismi, di ragionamenti. Roma vive, indipendentemente, un po' come il cuore, che è un muscolo involontario fisiologicamente parlando ma anche in modo figurato; supporre che ci siano meccaniche casuali dietro quel delirio di passi e di espressioni del corpo rende tutto ancora più interessante, più intrigante, più colorato. Anche quelle persone provano, provano ogni istante della loro vita, nel piccolo e nel grande, ognuno per una ragione tutta singolare e particolare. Che poi, è così, è inutile imbronciarsi: ognuno ha la sua scheggia di ragione... o pretende di averla, come se, nel complesso di una verità inavvicinabile perché frantumata in mille quadratini, il proprio pezzettino sia il più bello, il più rispondente alle aspettative... o, soltanto, quello più strambo. e ognuno, per quel pezzettino, mette in ballo sé stesso, anche impercettibilmente; un caos di involontarietà sorretto da un busto di scelte microscopicamente volontarie. prendere e alzarsi per andare ad afferrare qualcosa che non abbiamo tra le mani è un insieme di piccoli atti di volontà di cui il primo è certamente ammettere che è importante per noi avere quel qualcosa tra le mani. Il problema sta proprio nel riuscire ad ammettere che, per ragioni sconosciute, quel qualcosa ci è, in qualche misura, indispensabile, ci rende la vita più allegra, più leggera, più viva; e ammettere è tanto più difficile quanto più si ha misteriosamente a che fare con qualcosa che a prima vista (o andando a fondo) pare così diverso da noi. A questo proposito mi viene da pensare: ci sarà pure una ragione se, in alcuni studi americani, le donne sottoposte a un test olfattivo di magliette sudate di uomini hanno chiaramente mostrato la tendenza a essere attratte dal geneticamente "diverso", e si sa che i geni modulano non soltanto caratteristiche prettamente anatomiche o fisiologiche. Ma queste donne, vedendo gli uomini, ammetterebbero mai di essere attratte da loro? forse no, sarebbero frenate da qualche scampolo di ragione e prima di ammettere una cosa simile passerebbe un bel po'.
A parte gli strani esperimenti, qualcosa mi suggerisce che molto sia riconducibile alla volontà e sono più che disposta a credere che nulla sia opera distillata del caso.
Non c'è mai stata casualità neanche nella sua preferenza per i capelli lunghi e biondi; nell'apparente caso dipendente dal bisogno c'era una voglia ben precisa e sospetto che così sia ancora, per quanto la cosa non mi riguardi più da un po'. Ad ogni modo, potrei continuare a scrivere per ore ma non mi sembra il caso. Però chiuderei così:

(Sono una piccola ape furibonda.)
Mi piace cambiare di colore.
Mi piace cambiare di misura.

- Alda Merini -



- "Abbi una felicità delirante"
- "Vedrò di fare il possibile."
dal film, Vi presento Joe balck.