sabato 13 febbraio 2010

giochi di luce - il sogno spezzato.

- "Sveglia! Sveglia!" sussurrava con dolcezza una bella donna alta e dai capelli nero corvino mentre provava a svegliarmi dandomi leggere pacche sulla spalle.
- "eh? mmmm" - " ma che ora sono?"
- "sono le 7"
- "ma è prestissimo!"
Non avevo ancora realizzato che era stata Gloria a svegliarmi. Mugugnai qualcosa,mi stiracchiai un tantino a pungi chiusi, strinsi forte gli occhi e mi guardai intorno.
- "E tu che ci fai qui?"
Allungò il braccio a mano tesa. Ferma, con il palmo all'insù aspettava che l'agganciassi per tirarmi in piedi. Le diedi la mano e mi sollevò, lentamente.
In piedi. - "Buongiorno!" fece con un sorrido a 32 denti.
- E' felice di vedermi - pensai - "Buongiorno a te!" risposi, sottolineando con la voce la mia sorpresa.
- "Beh? Non si salutano i vecchi amici?" . Gloria sapeva bene come metterti in imbarazzo e lo faceva con una tale naturalezza che era perfino difficile pensare, in quel preciso istante, che ti stesse mettendo in imbarazzo.
- "Ma certo!" le risposi poco convinto, andandole incontro per abbracciarla e salutarla con due baci sulla guancia, come si salutano le persone normali.
- "Ma cos'è che ci fai qui?". Mi guardai intorno, Naty non c'era (accidenti! se ne è andata senza neanche dirmi ciao, pensai)
- "Beh che bella accoglienza! Non ho fatto in tempo a salutarti che già mi fai l'interrogatorio. Vieni con me. "
Mi riprese per mano e, dandomi le spalle, veloce, cominciò a tirarmi.
"Ma dove mi stai portando, Gloria!? Ti presenti all'improvviso alle sette del mattino, mi svegli picchiettandomi e poi cominci a trascinarmi. Si può sapere che stai combinando?" Le chiesi io a metà tra il sorpreso, il confuso e l'arrabbiato. "Cazzo, Naty non c'è, se ne sarà andata? dannazione!"pensai anche.
Si fermò di scatto, coprendomi la vista e "Ecco qui!" disse entusiasta, indicando un cestino pieno di paste, marmellata, biscotti..
"Ma, sei matta??!!??" Ero decisamente sorpreso. Mi aveva portato la colazione, arrivando da chissà dove e chissà come, dopo aver di certo viaggiato tutta la note, data l'ora. E aveva fatto tutto questo per me, per me solo.
"perchè l'hai fatto?". Non riuscivo a non insistere su questo punto.
"Perchè l'ho fatto... ma è tanto importante il perchè? ti ho portato la colazione! invece di ringraziarmi!" . Era leggermente seccata e credo che avesse ragione; al suo posto, anche io lo sarei stato se, dopo aver camminato chissà quanto per portare paste, biscotti e marmellata a una persona, questa mi avesse chiesto "perchè sei qui". Ma non riuscivo a prescindere da questo.
- "Vedi? C'è anche il caffè!!!!!!" Il suo entusiasmo cominciava a contagiarmi.
- "Il caffè??!!??"
- "già! guarda qui, che thermos meraviglioso! l'ha conservato caldo! Ah la scienza, la tecnica!"
- "Sono sbalordito!"
- "oh, bene! E allora non ti resta che fare colazione! Cosa le servo?"
- "un cornetto, tanto per iniziare, grazie"
- "un cornetto??!!?? non ce n'è!"
- "come non ce n'è! sono lì!"
- "cornetti??!!?? nossignore! niente cornetti!"
- "glooooriiaaa" feci io a voce bassa
Scoppiò in una risata aperta, bellissima.
"Non si chiamano, cornetti, mio caro! Si chiamano croissants, tuttalpiù brioches"
"Uff, come sei fiscale! Cosa vuoi che importi il nome, il concetto è lo stesso! che siano cornetti, croissants o brioches faranno tutti la stessa fine nel mio stomaco!"
- "ahahahahhaah sei il solito!"
- "già. quindi? me li passi quei cosi lì non meglio identificati per favore?"
- "ecco a te". Me li porse. Un attimo di silenzio. Abbassò lo sguardo e spense il sorriso. "Sono felice di vederti"
Presi il cornetto. "beh, anche io."

"e insomma tutto bene? cosa hai fatto questo periodo?" parlavamo del più e del meno mentre facevamo colazione. Ero ancora stupito per quella visita in mezzo ai boschi. Come aveva fatto a trovarmi? Chi le aveva detto che ero qui se nessuno lo sapeva?.
- "ma toglimi una curiosità. Come ci sei arrivata fin qui?"
Ancora con la bocca piena indicò alla mia sinistra. Una bicicletta rossa e bianca e col sellino celeste era appoggiata a un albero"
- "Con quella??!!??"
- "uhm uhm" fece, seguitando a mangiare.
- "ma da dove stai arrivando esattamente?"
- "secondo te? da dove vuoi che stia arrivando con tutta questa roba... dalla città! è ovvio, no?"
- "certo". No, non era ovvio, non era ovvio per niente.
- "hai viaggiato tutta la notte, immagino"
- "uhm uhm" Era il suo modo di dire sì, l'aveva sempre fatto, fin dalla prima volta che ci eravamo incontrati.
Cercavo in tutti i modi di portare il discorso sul "perchè sei qui" ma ogni volta che provavo ad aprire bocca avevo la sensazione di darle un dispiacere e così, automaticamente, tornavo a guardare per terra. Poi, finalmente, mi decisi; alzai la testa, la guardai dritta negli occhi e senza accorgermene cominciai a giocare con le dita
"Gloria... ma... come mai... come mai hai voluto cercarmi... perchè sei qui..."
Si irrigidì di scatto e fu una bruttissima sensazione per entrambi.
- "ma perché continui a farmi la stessa domanda? perchè muori dalla voglia di sapere il motivo? Se sono qui, un motivo c'è e non è necessario che te lo dica io, ci arrivi benissimo da solo."
- "Giudica un uomo dalle sue domande, non dalle sue risposte. Lo diceva anche Voltaire"
Provavo a farla sorridere, ma nulla; era diventata di ghiaccio. Avevo fatto la domanda sbagliata, certo, e ne ero consapevole ma non potevo passarci sopra.
- "Sono qui, perchè sono qui?" seguitò senza darmi il tempo di ribattere "sono qui per te. Per chi vuoi che abbia passato tutta la notte su una bicicletta scassata, per chi avrei fatto tutta sta strada in mezzo agli alberi e al fango se non per te?"
Ero distrutto. Letteralmente distrutto.
- "come facevi a sapere che ero qui?"
- "lo immaginavo. Più volte mi avevi detto che se fossi scappato saresti andato a cercare il passo"
- "ah, ecco"
- "ecco."
Smisi di mangiare ma rimasi immobile lì, dov'ero.
"Ti ringrazio per la colazione, ma credo sia il caso che tu torni a casa".
Incassò il colpo. Cercò di nascondere il dolore ma si vedeva chiaramente che l'avevo ferita, e molto.
"Torno indietro. Ma solo se tu vieni via con me".
Sentii il sangue bollirmi nelle vene. Ma è matta?e' matta?? andare via con lei? ma cosa le è balzato in testa, dannazione?!
"ah! allora è per questo che sei venuta! per portarmi via! per portarmi indietro!"
Ero arrabbiato, più che arrabbiato, furioso. Non avrebbe neanche dovuto pensarla, una cosa del genere.
- "sì!"
Le mie paure stavano prendendo forma, poco a poco.
- "ma cosa vuoi!? non ti sta bene che io viva così? libero? se non ti sta bene la soluzione è una e semplice. Stammi alla larga."
- "non posso".
- "puoi, puoi."
- "no, non posso. c'ho provato, ma non posso."
- "come sarebbe a dire che non puoi?"
- "non posso e basta"....
Un secondo di silenziò pesò come fosse un'eternità.
"io ho bisogno di te. Io non riesco a vivere senza di te.... Io... io ti amo".
Mi irrigidii a mia volta. E ora? che le dico, adesso?
" Ascoltami, Gloria. ascoltami bene. Ne avevamo già parlato. Tu sei molto bella, intelligente, seria, ma non è questo che io cerco. Siamo completamente diversi io e te, completamente. Tu sei gelosa, possessiva e, per questo motivo, e per altri, io non sono il tipo adatto a te e tu non sei la persona adatta a me. Non vivresti, con me, Gloria. Io ho bisogno di sentirmi libero, ho bisogno di camminare se ne ho voglia, di dormire, se ne ho voglia, di non fare nulla o far di tutto, se mi va. il mio mondo è a colori, a tinte forti, ma non ci sono regole per stenderli, i colori. Mi conosci, è inutile parlare di cose che sai già"
- "Io so che tu hai una paura fottuta di essere amato. Ecco qual è il problema"
- "sarà anche così ma seppure così fosse, non è costringendomi ad amarti che puoi far sì che io non abbia più paura."
- "io posso darti tutto! tutto quello di cui hai bisogno! vuoi viaggiare? viaggiamo! piace anche a me! certo, su una bici in due si sta un po' stretti ma possiamo farcela! io posso proteggerti, ascoltarti, aiutarti, sorreggerti. Ti prego, permettimi di starti accanto! vuoi la luna? te la porto!"
- "ecco, è proprio questo il problema, Gloria! il problema sta proprio nel fatto che si io ti chiedessi la luna tu faresti di tutto per portarmela. E non deve essere così! ci si dovrebbe andare insieme, sulla luna."
- "ma possiamo andarci! possiamo andarci se mi dici di si!"
- "lo vedi? lo vedi che non riesci a capire? io non ho bisogno di qualcuno che realizzi i miei capricci, non ho bisogno di qualcuno che mi riempia la vita di zucchero. Ho bisogno di un compagno di avventure che sappia mantenersi fedele a sé stesso, che se esagero mi dica "no! la luna la prendiamo assieme, si fa metà strada per uno".
- "ma questo non è amore"
- "perchè, tu sai cos'è, l'amore?"
- "sì, io lo so. Sei tu che non lo sai. Stai facendo di tutto per sbagliare, per trovarti solo casini e se era davvero questo che volevi, hai trovato la strada migliore. vuoi continuare a vivere come vivi? da solo? senza nessuno che ti dia attenzioni? è questo che vuoi!?
- "io non posso prescindere da me stesso. sarò anche duro ma è così che stanno le cose. non posso amarti solo perché so che sei una brava ragazza".
- "ah si?? e sentiamo, sarebbe la mia normalità a farti così schifo?!"
- "non mi fa schifo, la tua normalità. Ma non mi disseterebbe."
- "ok, vuoi una stronza, allora! lo vedi che te le cerchi?!"
- "non voglio una stronza, voglio una persona che non passi la sua vita legata a un solo pensiero, a una sola strada."
- "bene. e io non lo farei?"
- "sì, lo fai. ma solo praticamente."
- "ad amare si impara."
- "ad amare non si impara. o si ama, o non si ama."
- "io ti amo"
- "io no, Gloria.".
Mi voltai per un attimo e vidi una sagoma, di lontano, verso gli alberi. Cercai di mettere meglio a fuoco. Era Naty che guardava dalla nostra parte ma, disinteressata, non si avvicinò.
Gloria capì che qualcosa aveva rapito per un attimo la mia attenzione e si voltò a sua volta.
" Ora ho capito!!!! Ora ho capito!!!! sei in compagnia! e cosa aspettavi a dirmelo?"
Si alzò in piedi, feroce.
"Non sono tenuto a dirti nulla."
" ah no?"
-"no. assolutamente no."
Zittì. Ripresi: "Gloria, tu mi ami da mesi e ne abbiamo parlato più di una volta. Non potremo mai stare insieme per lo stesso motivo per cui non siamo mai stati insieme, per cui ho dovuto sempre rifiutare le tue dichiarazioni."
- " e sarebbe?"
- "non proviamo le stesse cose, tutto qui."
- "tutto qui?? io potrei darti una vita tranquilla!!!!"
- "ed è proprio questo il fatto. Io, una vita tranquilla come la intendi tu, non la voglio, non ne ho bisogno, la odierei. Lo capisci che siamo diversi? completamente diversi?"
- "e saresti più simile a quella?" indicò Naty.
- "forse, in fondo, sì. ma non ha importanza questo. Io non so amare, Gloria, perchè non ho mai amato e se non ho mai amato è perchè non c'era nulla da amare. Ma una cosa l'ho capita. L'amore è più simile alla libertà di quello che si possa pensare. Non si può pretendere che esista e non si può fingere che possa nascere. Se non c'è, non c'è."
- "tu! tu non sei libero! tu sei arido!!! sei una persone meschina. Schifosa! Mi fai schifo!!! Mi fai schifo!!!".
In un attimo scomparve.
Io rimasi seduto, lì.
- mi dispiace -.


Ecco, questo è tutto, mia cara ombra. L'ho mandata via nonostante avrebbe potuto darmi molto. Ma io, Gloria, non la amo. la mia libertà di scegliere verrebbe meno e poco importa se continuerò ad andare a tentoni, a sbagliare. E' più importante amare che essere amati. Non trovi?

Lucas