sabato 17 aprile 2010

gocce di vetro

fondamentalmente, avrei voluto urlare. Ma sentivo quella spada muovere di traverso nelle viscere, strappare pezzi senza criterio per il puro divertimento di istillare il dubbio di fare la scelta giusta e il fiato si spezzava in gola. Rosso tutto intorno, rosso sulle mani non omicida ma ugualmente colpevoli e negli angoli dell'anima candida macchiata dall'errore; gialla la luce delle ore piene del mattino, troppo gialla per occhi socchiusi e stanchi. ombre. ombre distorte e gigantesche, dalle braccia lunghe e le mani come artigli,
Eccole le braccia aperte in volo verticale, eccola la testa lasciata abbandonata alla forza di gravità in senso inverso al suo essere, ed eccoli gli occhi, chiusi a un mondo che non voglio vedere, i capelli sciolti nel loro movimento libero: così mi vedrai quando la campanella suonerà per non tornare indietro e penserai che starò spiccando il volo. Ne avrei fatto volentieri a meno ma tu regalami la bugia che, in questo momento di saluto, pensi di perdere una piccola parte di te, che domani mancherà alle tue solite giornate trascinate e piene di te. Ne avrei fatto volentieri a meno se la terra non avesse gridato voglie scure e oscure. Di quante cose avrei fatto a meno, non è uno zaino pieno a testimoniare che hai vissuto; dammi solo una carezza, veloce, sussurra il mio nome una volta soltanto ma non guardarmi negli occhi ché non voglio leggere bugie. Voltati mentre mi dici "no", poi dammi le spalle e prendi la tua strada.
You'll always have the best of me, baby!

martedì 13 aprile 2010

l'ispirazione è fumo blu

Bene, e dunque era passato molto tempo dall'ultima volta che avevo preso la penna in mano, oh se ne era passato.
Avevo letto ma non troppo, avevo pensato, troppo, e avevo agito in modo intermedio; cercavo fondamentalmente spunto da qualche evento particolare, qualche viso interessante, qualche locandina buffa; insomma, qualsiasi cosa avesse solleticato la mia fantasia di scrittore molto poco professionalmente artista ma apparentemente molto, molto, molto artistico.
Accidenti quanto è difficile trovare l'ispirazione, a volte! E allora mi ero detto: "perchè non cadere, accidentalmente, in un discorso sull'ispirazione? insomma, se è così necessaria ci sarà anche bisogno di qualcuno che ne prenda le parti e ne parli, no?". Oh, bene. Avevo appena iniziato a buttare giù due righe che un tale, dall'aspetto alquanto bizzarro, venne a trovarmi nel mio studio. Dopo aver bussato nervosamente due o tre volte, quella sgradita e insistente presenza a pochi passi da me, urlò al di là della porta "mi scusi, professore, posso?". Un ragionamento razionale mi suggerì di non rispondere ma non so perchè dissi "si?". E lui fu lì, in un attimo, di fronte a me, con due occhi a forma di mandorla color nocciola che mi fissavano in modo imbarazzante.
- "per prima cosa, impari l'educazione, ragazzo. Se lei bussa e nessuno risponde è evidente che dall'altra parte non c'è nessuno, conviene con me?"
- "per prima cosa, professore, mi permetto di risponderle che lei non ha risposto, eppure c'era"
- "ma come si permette! come può lei contraddirmi e insinuare che io ci fossi! io non c'ero!le ho risposto solo per farle una cortesia, non per invitarla a entrare ma lei, da gran maleducato, è entrato e si è perfino seduto sulla sedia dove in genere faccio accamodare le persone che faccio entrare. Solo le persone che faccio entrare"
- "dal momento in cui lei mi ha risposto, non ho potuto fingere di non aver sentito, se avessi finto di non aver sentito allora sì che sarei stato un gran maleducato! Quindi, siccome era mio grande desiderio incontrarla, sono entrato. vorrei diventare uno scrittore, professore, come posso fare?"
- "ma scrittore di che? di cosa? non ci si improvvisa mica scrittore, ragazzo mio! cosa sono costrette a sentire le mie orecchie!!"
- "ma io non vorrei improvvisare, io vorrei scrivere con sistematicità, in modo logicamente e temporalmente definito, con aggettivazione pesata e raffinatamente progettata e con la storia già in mente!"
Mi accesi una sigaretta, mi appoggiai allo schienale della sedia/poltrona (comodissima) e socchiusi gli occhi (o devo averli socchiusi; in ogni caso, seppure non lo avessi fatto mi piace l'idea di averlo fatto) e dissi:
- " e così lei vorrebbe diventare scrittore" fffffffffffffffffffffffffffff, il fumo, onomatopeico, capite bene...
"oh, mi scusi! devo averle fumato in faccia, non volevo!"
-"oh lei voleva, professore! in ogni caso non importa perchè mi ha dato un ulteriore spunto per la mia carriera!"
- "carriera?"
- "carriera!" il suono del fumo!!! cos'è il fumo? ma suona il fumo? cos'è davvero il fumo? una nuvola grigia carica di composti chimici! ci aveva mai pensato, professore? in questo momento io e lei siamo bombardati dai composti chimici, che hanno preso il loro posto di comando nel caccia da combattimento e la attaccano di petto!! "
Io mi feci indietro con il busto, "stai a vedere che quei composti chirici mi facciano male veramente." Quell'uomo era decisamente troppo matto per i miei gusti e così, per assecondarlo e dagli l'illusione di parer scrittore, lessi il taccuino che mi aveva lasciato sulla scrivania: sorprendente, veramente sorprente! sentite qua..

[...]
- "L'illusione di aver qualcosa di cui scrivere ti fa scrivere più di quanto il tuo cervello abbia mentalmente progettato di scrivere. Chiedo scusa preventivamente se la mia storia non dovesse piacervi ma, sapete, la mia vita è stata come una scatola di dolcetti vuota: la apri ogni tanto, sperando che ci sia qualcosa solo perchè ti sei scordato che i cioccolatini li hanno già mangiati, e, quando ti accorgi che non c'è nulla, fai finta che ci sia.
Come tutti gli uomini di questo mondo sono nato e ho deciso di farlo in una casa umile piena di specchi dalle cornici d'oro, ho avuto un padre stacanovista nel far nulla e una mamma bellissima e assolutamente all'avanguardia: portava sempre uno strano trucco nero intorno alle labbra che, a dire il vero, non le donava poi molto; mi sono infatti sempre chiesto perché lo usasse. Aveva i capelli neri neri, come la pella di un corvo e la carnagione un po' olivastra, le ciglia folte e un naso piccolino piccolino, davvero grazioso.
Ma non voglio parlare di mia madre, preferirei parlare di quello che mia madre avrebbe potuto essere: una ballerina, una principessa, anzi no, una regina, una cantante lirica, una accompagnatrice! una volta, quando ho risposto al maestro che la mia mamma era accompagnatrice lui mi disse che non era cosa bella che io dicessi che mia madre fosse accompagnatrice. ma io non riesco proprio a capire perchè! conoscevo il figlio di una sguattera e aveva sempre la bicicletta più nuova della mia! quindi, immagino che le signore che accompagnano i signori a fare una passeggiata guadagnino molto! e che c'è di male nel farsi una passeggiata e venire addirittura pagati per riposare?!. ok, ok, ci sono! non è giusto rubare allo stato! a questo punto non so più cosa dirvi di mia madre, ditemi voi cosa volete che sia, io accetterò, tanto, per me, è assolutamente indifferente non avendo avuto una madre. per il mio fratellino cominciate voi, io vi seguo, così finiamo il primo capitolo. poi però dovete aspettare un po' perchè al secondo ci devo ancora pensare".

[...]...] Chiusi il taccuino lentamente, ero un po' scioccato; mai un così tanto matto mi aveva chiesto di aiutarlo a diventare scrittore, e ne avevo visti di matti. Ma questo era diverso, per qualche aspetto. pareva essere caduto da una nuvola, non aveva il benchè minimo barlume di raziocinio, immaginava lotte tra particelle di non so cosa di fumo ed è riuscito a rifilarmi un taccuino con dei capitoli a metà tra l'epistolario e lo scherzo. L'unica cosa davvero buona per lui che io abbia potuto fare è stata regalargli il mio primo libro, così, tanto per capire com'è che deve essere un vero scrittore; il suo taccuino non potrei pubblicarlo mai.

"l'aura incantata di quel primo mattino di metà estate m'aveva pervaso l'anima. il mare, infinito, ancora scuro, appena increspato, inquietante e al tempo stesso rassicurante segnava di azzuro intenso quello squarcio ricco di natura selvaggia, il profumo del sale riempiva le narici, e la sabbia, grana finissima e dall'incalcolata moltitudine di granelli ancora umidi, gridava sotto le piante dei bianchi piedi la sua presenza. La pineta era poco distante da quell'incanto dai richiami lontani e mancavano al ricordo i gabbiani dolcemente rumorosi. Come avrebbe mai potuto Peter convincersi di non amare quella donna così tanto angelica nelle fattezze morbide e dal colore candido a paragon del latte, dalle mani agili e setose, dagli sguardi nervosi e fuggiaschi, dalle parole spezzate e dure! Il cuore suo doleva, stretto in una morsa sconosciuta e dalla stretta inesorabile che manca il respiro. Era il sentimento prepotente e mancato al potere del raziocinio che lo rendeva fragile nella sua escatologica consapevolezza d'essere meramente un uomo. E così, con lo sguardo basso e le braccia lunghe e pesanti lungo i fianchi, con il passo stanco si avviò verso quella nuova giornata che l'avrebbe portato alla riscoperta del mondo".
Questo editore è davvero strano, cosa c'è d'emozionante in tutto questo? mi dice di prendere esempio ma cosa ci sarebbe di bello in tutto questo? sarebbe meglio leggere fumetti, o quotidiani. Non capisco, forse non potrò mai essere scrittore, devo rassegnarmi. Io non avrei scritto così. E poi mi ha accolto veramente molto male, diceva di non esserci e invece c'era, ero io che non c'ero benchè ci fossi, per lui, ne sono certo. Ho la sensazione che il mio taccuino andrà perduto, e pubblicato, non verrà pubblicato affatto. meglio allora che me lo vada a riprendere.