venerdì 22 gennaio 2010

giochi di luce

Un lungo silenzio seguì a quell’urlo lacerante.

Le forze rimastigli lo avevano abbandonato, affidandolo al terrore che lo aveva morso nel realizzare che l’ombra al suo fianco aveva lasciato il proprio posto. In ginocchio e con la testa tra le mani “Non ce la farò a superare la notte”- pensava, mentre sentiva affiorare la sensazione gelida di essere altro da sé. Le labbra, che tutto a un tratto pareva avessero disimparato ad amarsi e a respingersi, lo tenevano serrato in una fortezza di dolore che l’avrebbe certamente annientato se, voltando appena lo sguardo, non avesse intravisto una nuova ombra accanto a sé. Strinse gli occhi per un attimo sperando, nel riaprirli, di trovare ancora quella macchia sull’asfalto. Era lì, la macchia. “sei tu, di nuovo!” ma non era esattamente come gli pareva di ricordare, c’era qualcosa di diverso, nella forma, nella taglia, qualcosa che non riusciva a decifrare ma che non si impegnò troppo a capire; sentiva il cuore più leggero e questo gli bastava. Il perché, in quel momento, non aveva importanza. “non puoi essere tu! tu ne sei andata, te ne sei andata prendendomi tutto, lasciandomi solo la devastazione dell’anima. Merda!

L’ombra stava un passo indietro, silenziosa; lo guardava piangere e disperarsi, ripetere le stesse frasi ininterrottamente ma senza dire nulla. Poi, ad un tratto “avrei bisogno di aiuto” gli disse, “puoi aiutarmi?”

Lui si fermò di scatto, pensieroso: “sì, posso aiutarti.”

- “Bene, ti ringrazio”

- “di niente.”

- “devo superare quel passo” riprese lei – “ma avrei bisogno di un sostegno. Il mio carico è un po’ pesante e da sola non riesco”

- “uhm… il tuo carico? Tu non hai carico, bella mia.”

- “sei tu che lo dici. La tua parola vale quanto la mia. Ma non cercherò di convincerti del contrario. Dimmi solo se mi vuoi aiutare”

- “sì, ti ho già detto che ti aiuto, per quel che posso”

Il passo era molto lontano da dove si trovavano “impiegheremo un po’ ad arrivare fin laggiù.” Pensò lui tra sé – “ma va bene, almeno ho qualcosa a tenermi compagnia. Che non si leghi troppo, però, ché la mia anima già pesa abbastanza e le mie spalle non sono più larghe come un tempo.”


[...]

lunedì 18 gennaio 2010

http://www.youtube.com/watch?v=cT0hgH9qVfg


sulla pelle e su noi
cadono perle stasera
le insegne dipingono amanti
dai vetri rigati al vapore

nella pio
nella pio
nella pioggia che c'è
i cani non trovan padroni
e suona l'orchestra a gettoni
e i cinesi non chiudono mai

nascosti nella sera
partono treni a ogni ora
partono ma
non partiamo noi
è un disco d'inchiostro e di cera
la strada
e i solchi li suonan le suola

camminando, camminando
cade la pioggia..
la pianola, la pianola
spazza la sera
gli ombrelli sbocciano agli angoli

nella pio
nella pio
nella pioggia che c'è
le rose non seguono i guanti
ritornano a mazzi ambulanti
dov'è che dormono i tram

questa pio
questa pio
questa pioggia è per noi
e brilla di ferro e binari
ritaglian le stoffe e le ore
le lancette dei grandi orologi

nascosti nella sera
partono treni a ogni ora
partono ma
non partiamo noi
gli ombrelli sbocciano agli angoli
e appesi
voliamo anche noi

gira, gira
gira la pioggia
la pianola, la pianola
spazza la sera
piccolo piccolo è il cielo
e grande
più per noi

In punta di piedi, la notte buia, il giallo poco netto delle luci delle strade di Roma, la testa rivolta al cielo, abbandonata alle gocce gelide e pungenti, un passo a sinistra, uno a destra, uno in avanti e ancora indietro e poi di nuovo a sinistra, destra, uno avanti e indietro - un due tre, un due tre - e di nuovo ancora e ancora e ancora... posseduta in un valzer solitario e leggero, ricoperta delle fibre infradiciate dei vestiti.
La felicità è questa

"Gira, gira, gira"...

domenica 17 gennaio 2010

---- Credo che l'immaginario non sia astrazione ma la parte più reale e profondamente sincera del nostro essere. Il viaggio in questo "status" mentale è quotidiano e tutto ciò che rendiamo effettivo subisce per buona parte l'impulso del nostro viaggio. Le regole, nel mondo immaginario, sono irregolari, proprie, e, per questo, spesso nettamente in contrasto con ciò che è a noi esterno . E' la lotta tra ciò che vorremmo e ciò che possiamo ad animare le azioni quotidiane, è la carica con cui si vivono le passioni a rendere infuocati, la paura a rendere fragili, il senso di smarrimento a far cadere le lacrime e tutto questo, nell'immaginario personale, si coniuga a immagini e desideri che vorremmo tanto vedere e vedere realizzare davvero. Ma è tutto squisitamente nostro e, quindi, bello così com'è! Nessuno potrà mai toglierci questa parte di noi, parte che diventa ricchezza quando anime in sintonia uniscono, alle nostre, le proprie immagini e diventa bello quando vediamo che l'altro comprende seppur non condividendo. Si tessono trame di desideri e di realtà e giochi di vita che non si possono trovare altrove.
La vita nell'immaginario è a colori, a tinte forti, ed è ciò che rende vivo l'animo. Per questo: Vivere l'Immaginario. Un piccolo mondo nell'immenso mondo di terre e acque. Le stazioni del mio viaggio saranno lontane dalla città ma daranno l'idea del paesaggio e dell'architettura dei miei edifici impalpabili. ----