sabato 17 aprile 2010

gocce di vetro

fondamentalmente, avrei voluto urlare. Ma sentivo quella spada muovere di traverso nelle viscere, strappare pezzi senza criterio per il puro divertimento di istillare il dubbio di fare la scelta giusta e il fiato si spezzava in gola. Rosso tutto intorno, rosso sulle mani non omicida ma ugualmente colpevoli e negli angoli dell'anima candida macchiata dall'errore; gialla la luce delle ore piene del mattino, troppo gialla per occhi socchiusi e stanchi. ombre. ombre distorte e gigantesche, dalle braccia lunghe e le mani come artigli,
Eccole le braccia aperte in volo verticale, eccola la testa lasciata abbandonata alla forza di gravità in senso inverso al suo essere, ed eccoli gli occhi, chiusi a un mondo che non voglio vedere, i capelli sciolti nel loro movimento libero: così mi vedrai quando la campanella suonerà per non tornare indietro e penserai che starò spiccando il volo. Ne avrei fatto volentieri a meno ma tu regalami la bugia che, in questo momento di saluto, pensi di perdere una piccola parte di te, che domani mancherà alle tue solite giornate trascinate e piene di te. Ne avrei fatto volentieri a meno se la terra non avesse gridato voglie scure e oscure. Di quante cose avrei fatto a meno, non è uno zaino pieno a testimoniare che hai vissuto; dammi solo una carezza, veloce, sussurra il mio nome una volta soltanto ma non guardarmi negli occhi ché non voglio leggere bugie. Voltati mentre mi dici "no", poi dammi le spalle e prendi la tua strada.
You'll always have the best of me, baby!

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