giovedì 18 febbraio 2010

giochi di luce - il bivio

- Vuoi andare?
- Sì, voglio andare.
- Ma aspetta, Lucas!!! Tira troppo vento! E' molto rischioso!
- Lo so bene.
- E allora aspetta!!! cosa cambia se provi a superare il valico oggi o domani?
- Cambia.
- No, non cambia!
- Sì, cambia. sì che cambia. cambia eccome. cambia tutto. Tutto!
- Sbagli.
- No, non sbaglio.
- Ma perchè? Perché sei così ostinato, Lucas?
- Vuoi che te lo dica?
- Sì, perchè non riesco a capirti e la cosa mi fa male.
- Non devi preoccuparti per il fatto che non riesci a capirmi, è giusto così. Non voglio che tu capisca, non adesso, non per questo. Ma se proprio vuoi che ti dica perché ho deciso di attraversare il valico oggi, ecco a te: se aspettassi potrei farmi convincere dalla tentazione di cambiare idea; e non voglio. Ho riposto tutte le mie forze in questo viaggio. Sono andato in lungo e in largo. Pensavo di trovare chissà cosa e invece non ho trovato niente.
- E allora che senso ha attraversare il passo? Torna indietro!
- No, non torno indietro. Farlo significherebbe rispolverare una vita che non mi appartiene più. Con questo viaggio mi sono marchiato a fuoco e da questo punto posso solo andare avanti, con tutto lo schifo che mi ha sporcato per arrivare fino a qui.
- Ok ma allora perchè farlo ora! Perché farlo ora che tira un vento allucinante! rischi di cadere!
- Devo rischiare di cadere per avere la prova di essere ancora vivo.
- Ma tu sei vivo eccome!
- Non abbastanza.
- O si è vivi o non lo si è, Lucas.
- E' qui che sbagli.

Il solo vociare del vento. Silenzio tutto attorno.

- perdonami, se puoi.
- Non c'è nulla che debba perdonarti; vorrei solo capirti.
- Ti fidi di me?
- Ciecamente
- E forse sbagli.
- So di non sbagliare.
- Te lo domando di nuovo: ti fidi di me?
- Ciecamente.
- Ok. va bene. Allora fidati anche questa volta.
- Lo sto già facendo.
- Bene: non è il caso che tu capisca. La mia mente ha sempre ragionato in modo strano; ho provato a fare la persona normale, a comportarmi da uomo ma niente, non ci sono riuscito. Sono un fallimento. L'unica cosa che so fare è prendere la sacca e mettermi in viaggio. Io sono un essere solitario, lo sono sempre stato. Vivo per gli altri fin quando posso ma poi, quando ho bisogno di tempo, non riesco a fare a meno di me stesso, solo di me stesso.
Vedi, ho affrontato tante cose in questi anni, tante, troppe. Ero arrivato al bivio e ho scelto dove andare, attratto da che, poi, non ti so dire. Mi sono ritrovato sulla strada peggiore, quella che mi ha condotto in questo bosco, con il sogno di trovare la mia oasi al di là del passo. E invece, ora che sono a un salto da quello che speravo potesse essere la mia vita, ho una paura fottuta. Paura di non essere all'altezza, paura di stare ancora male, di non essere una spalla sicura per te, di non essere abbastanza neanche per me. Se saltassi adesso potrei accettarmi. Se aspettassi no perché avrei modo di modificarmi. Godo tremendamente nel respirare a bocca aperta e sentire il vento che mi attraversa dalla testa ai piedi, sto bene quando sento che il mondo è lontano da me, che sono solo uno spettatore a cui nessuno chiede se è libero il posto affianco. Cosa dicono le persone normali alle persone normali? di cosa parlano? come fanno a sembrare interessanti? usano strategie? o sono naturali? e perché io non riesco lì dove per gli altri è così semplice?
Perché... eh... perché io ho il mio mondo e nel mio mondo i ruoli non esistono. Tu fai parte del mio mondo proprio perchè con te non ci sono ruoli, ombra mia, perché non giudichi le mie stranezze.
Ma è arrivato il tempo di cominciare un altro viaggio. E la strada è soltanto al di là del passo.
- ora ho capito.
- Grazie.
- Mi vuoi ancora con te?
- certo!
- e cosa devo fare?
- esattamente niente.
- come niente?
- niente! stammi soltanto accanto, se ne hai voglia, senza domandarmi o domandarti.
Non aspettarti nulla da me. Non crearti un mito. Prendi quel che vedi. Solo quel che vedi.
- Va bene.
- Me lo prometti?
- Sì, te lo prometto.
- Bene. Reggiti forte allora. Tra poco si parte.

1 commento:

  1. Ahimè non sono grado di cogliere completametne il significato delle tue stupende immagini, ma è solo perchè il mio occhio non è allenato....
    Le parole sembrano sgorgare da te con una tale naturalezza....

    Leggendo questo racconto ho capito una cosa, hai ragione a dire che nel nostro mondo non ci sono ruoli. Siamo come testa e croce, diverse per molti aspetti, ma fondamentalmente uguali. Come due fiori della stessa zucchina.... :)

    E grazie per aver risposto tu alla timorosa domanda che si profilava nella mia mente: "Mi vuoi ancora con te?"....
    Posso sembrare netta nelle mie decisioni, ma sono dettate solo dal dolore, e non voglio soffrire ancora......Grazie ancora.

    RispondiElimina